La polimialgia
reumatica (PMR) è una connettivite sistemica,
caratterizzata da un processo infiammatorio cronico a carico del
tessuto muscolare, con interessamento prevalente dei cingoli articolari
e del collo.
Spesso si trova associata alla arterite
a cellule giganti con la quale condivide alcuni aspetti
comuni sotto il profilo epidemiologico, eziopatogenetico, clinico e
terapeutico.
La polimialgia reumatica mostra predilezione per la razza bianca, l’età
senile e per il sesso femminile.
Eziologia e
patogenesi non sono note. Sembra esserci una
predisposizione genetica
legata agli alleli HLA DR4, suggerita dalla prevalenza razziale e dal
riscontro di aggregazione familiare, fattori ormonali,
suggeriti dalla prevalenza per il sesso femminile e per l’età senile, fattori ambientali,
per la diffusione geografica ed agenti
infettivi per le modalità d’esordio stagionale.
Non sono presenti alterazioni istopatologiche specifiche.
Dal punto di vista anatomopatologico
non sono presenti quadri specifici per la polimialgia remuatica. Le
alterazioni istopatologiche riscontrabili si limitano a una modesta
atrofia delle fibre muscolari striate di tipo II e nel 16% dei casi
vasculite a cellule giganti.
Il quadro
clinico è caratterizzato da intenso dolore muscolare,
continuo, esacerbantesi ai movimenti, con rigidità ed impotenza
funzionale, con possibile conservazione della motilità passiva, purchè
eseguita con cautela, e della forza muscolare. Sono di norma
interessati i muscoli dei cingoli scapolo-omerale e pelvico, quelle
delle radici degli arti, del tronco e del collo.
L’esordio è
tipicamente acuto e improvviso con dolore che raggiunge il proprio acme
nell’arco di poche ore, talvolta preceduto da eventi stressanti. Più
raramente l’esordio può essere subdolo con comparsa lenta e progressiva
di sintomatologia unilaterale. Spesso sono anche presenti sintomi
generali quali febbre, perdita di peso, apatia depressione. Possibile
anche riscontro di artrite periferica non erosiva, edemi distali,
tenosinoviti e sindrome del tunnel carpale.
Dal punto di vista bioumorale
si ha un elevato incremento degli indici
di flogosi, con anemia iposideremica, talora leucocitosi e
piastrinosi, aumento della fosfatasi alcalina, possibile elevazione di
fattore VIII e fattore di von Willebrand ed IL 6. Nonostante
l’interessamento della muscolatura, gli enzimi muscolari sono nella
norma, così come è normale il quadro elettromiografico e l’esame
istopatologico su campioni bioptici.
Nel 50% dei casi sono presenti anticorpi antifosfolipidi, si
riscontrano anche depositi di immunoglobuline e complemento nella
parete arteriosa.
La diagnostica per immagini (Rx, TC e scintigrafia) può evidenziare
l’eventuale presenza di alterazioni articolari, in presenza di artrite.
Non essendo presenti elementi clinici significativi la diagnosi
si basa sul riscontro delle caratteristiche cliniche, dell’incremento
degli indici di flogosi e dell’esclusione di altre patologie muscolari
(EMG ed enzimi muscolari tipicamente nella norma con biopsia muscolare
spesso negativa).
I criteri diagnostici attualmente in uso sono:
Età uguale o superiore a 50 anni
Dolore bilaterale e rigidità mattutina
superiore ai 30 minuti persistente per almeno un mese ed interessante
almeno due aree tra:
Collo o dorso
Spalle o parte prossimale delle
braccia
Anche o parte prossimale delle
cosce
VES uguale o superiore a 40 mm alla prima
ora
Per porre diagnosi devono essere presenti almeno due criteri su tre e
devono essere escluse altre patologie in grado di causare sintomi
muscolo-scheletrici
Risponde bene a terapia steroidea ed ha prognosi molto buona.